Product Description
Ottobre, novembre, autunno: è tempo di castagne. In molte località del nostro Paese, in questo periodo dell’anno, si riempono di fiere, sagre ed eventi dedicati a questo seme. Sì, perché la castagna non è un frutto, ma è il seme del frutto della castagna, ossia il riccio che la contiene.
Le tante buone proprietà della castagna
La castagna è ricca di amidi, contiene diverse proteine e grassi e una discreta quantità di sani minerali. Ha molte buone qualità: se mangiata ben cotta è molto digeribile, a patto di non accompagnarla con troppo vino novello. È indicata nell’alimentazione dei bambini, porta giovamento a chi si sente svogliato e stanco o a chi ha carenza di sali minerali. Inoltre rinforza la muscolatura, soprattutto di convalescenti e di anemici e combatte la stitichezza. I diabetici dovrebbero consumare castagne con moderazione, ma se inserite in una dieta appropriata e alternate con altri alimenti ricchi di amidi, si può assaporare tranquillamente.
Da “pane dei poveri” …
In tempi lontani, ma non troppo, la castagna era considerata il “pane dei poveri”: nelle zone montane e collinari dell’Europa meridionale come, ad esempio, in Italia, le regioni alpine, gli Appennini, la Corsica, le castagne erano un vero e proprio alimento base. I cereali più pregiati non crescono ad alta quota e il reperimento non era per niente facile per la carenza di vie di comunicazioni commerciali. Sulle tavole delle famiglie di contadini e di pastori, la castagna era l’ingrediente principe con cui le massaie si dovevano inventare, per necessità, piatti diversi e appetitosi: castagne lesse, arrosto, in forma di zuppa dolce con il latte o salata come una polenta, fino al castagnaccio.
… a ingrediente gourmet per gustosi dessert
Oggi e ormai da diversi decenni, la castagna non è più considerato un piatto povero, ma si è trasformata da prima in una specie di curiosità gastronomica, da mangiare arrostita in cartoccio alle fiere in autunno e in inverno, e successivamente come un ingrediente per dessert golosi o per raffinati piatti gourmet. Il castagnaccio, ad esempio, non è più solo un rustico dolce di montagna, ma viene preparato in diverse varianti e servito in tanti modi coreografici e gustosi.
Il Castagnaccio toscano: ricetta base
Il Castagnaccio dolce nasce in Toscana, grazie a un invenzione culinaria di un certo Pillade da Lucca, nel lontano 1554. La ricetta è molto semplice e vede l’impiego di pochi ingredienti, un tempo reperibili con facilità anche dalle famiglie meno abbienti, tenendo fede all’originale utilizzo della castagna come pane dei poveri.
Servono:
- 400 grammi di farina di castagne;
- pinoli;
- uvetta:
- 600 grammi di acqua;
- olio extra vergine d’olio;
- sale.
In una ciotola capiente, mescolare farina, acqua e sale, facendo attenzione a non formare dei grumi.
La pastella deve risultare piuttosto liquida, aggiungere un paio di cucchiai di olio evo e pinoli. Ungere una teglia larga e dal bordo basso e versare la pastella. L’altezza dell’impasto non deve superare il centimetro. Cospargere la superficie con foglie di rosmarino e uvetta. Cuocete in forno preriscaldato non troppo caldo, circa 195 °C per 30-35 minuti, fino a quando sulla superificie non si forma una crosticina rugosa con delle crepe.
Ogni regione o ogni località ha una sua versione su come si prepara il castagnaccio. In Versilia si aggiunge piccoli pezzi di scorza d’arancio. La ricetta ligure aggiunge canditi e semi di finocchio, mentre in Calabria cacao e uova e in Piemonte amaretti e mele. Da qualche parte in Sardegna, l’impasto del Castagnaccio viene insaporito con del mirto.





