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… o la persona incontra l’arte.
Quante volte siamo andati in un museo? Quante in una galleria d’arte? A una mostra? A un concerto? E come ci siamo sentiti all’uscita?
Non è un caso se anche la scienza concorda. Quando la mente è occupata da altro e questo altro è proprio l’arte allora ci sentiamo su un’altra dimensione. Ci sentiamo completi, pieni, arricchiti. Generalmente, siamo abituati a vedere l’arte come qualcosa di esterno e vivibile solo in certi momenti; ecco perché la sensazione di spensieratezza e arricchimento sono facilmente sperimentabili dopo certe attività (come ad esempio dopo un concerto).
“Ci piacerebbe poterci fermare di fronte a un quadro, respirare piano, stare in silenzio, lasciare che la pittura ci parli, ci possieda per darle tutto il posto possibile dentro di noi.” (Christophe André, 2006).
Perché non ricavare un po’ di tempo e lasciarci andare? Quali sono le sensazioni che proviamo di fronte a un quadro? Di sicuro sono personali ed irripetibili. Ciò che suscita la stessa opera d’arte in ognuno di noi è qualcosa che collega la nostra storia personale, il nostro vissuto all’oggettività del quadro: colori utilizzati dall’artista, soggetti raffigurati, tecnica utilizzata. Ed ecco perché quella sensazione, a volte, discosta da quella di tutti gli altri. Ognuno di noi cattura quello che ritiene essere Bello e lo immagazzina in modi diversi, diventa calmo e si rilassa, inizia a sorridere, viaggia altrove con la testa, o semplicemente si focalizza sui colori dell’opera. Quando siamo veramente dentro un museo la mente è impegnata in ciò che sta vedendo, vivendo, e non c’è più spazio per altro. I livelli di ossitocina (ormone dell’amore) crescono e quelli di cortisolo (ormone dello stress) diminuiscono. Sono state condotti molti studi a riguardo e in Canada i medici possono prescrivere visite ai musei, in evidenza del fatto che l’arte cura. Quando la mente è assorta a contemplare un quadro, ad esempio, o è assorta nel cantare ad un concerto, si dimentica di tutte le problematiche quotidiane e ci fa stare bene. Ci fa sentire vivi. Felici. Ci sono tra l’altro molte iniziative che consentono di visitare i musei gratuitamente: qui il calendario.
Inoltre, quando siamo coinvolti da queste attività, non solo siamo di fronte a qualcosa di bello, ma siamo di fronte a qualcosa di bello con qualcuno.
Non siamo da soli. C’è di fondo una rete di collegamenti umani che ci fanno sentire vicino all’altro. Non cantiamo forse insieme ad altre persone, all’unisono, ad un concerto? Non visitiamo un museo insieme ad altre centinaia di persone? Non ci siamo mai trovati ad osservare lo stesso quadro, o la stessa scultura, in presenza di altri? Quindi sperimentiamo la condivisone dell’arte, del bello e si attivano i cosiddetti neuroni specchio che ci fanno in qualche modo immedesimare agli altri e a cosa stanno vivendo.
Ma la realtà è che l’arte la possiamo incontrare ogni giorno e non ce ne rendiamo conto.
Quante volte alziamo gli occhi al cielo e ci sentiamo fortunati di essere vivi? Quante volte aguzziamo l’orecchio e ascoltiamo il canto degli uccelli come fosse una melodia sonora? Quante volte assaporiamo gusti nuovi cercando di indovinare cosa siano? Quante volte ci siamo permessi di prendere un foglio bianco ed iniziare a scrivere o disegnare, sfogando il nostro Io? Quante volte ascoltiamo la musica come cura a qualche situazione difficile? Quante volte camminiamo senza renderci conto di tutto quello che ci circonda? Cupole, cappelle, chiese, costruzioni industriali, campagne, alberi, persone. Non è forse tutto parte della vita? Tutte piccole cose che la costruiscono e costituiscono e la rendono il grande mosaico che in realtà è.
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